Perchè "Gocce di Luce"?

E' l'esperienza viva di chi ha incontrato Gesù, che si fa comunione.

E' il penetrare nel mistero di un cuore che cerca e trova il Signore e lo esprime con pennellate di colori carichi di amore.

Con la poesia, il linguaggio del mistero si rende partecipe a tutti.

A tutti voi vogliamo comunicare e condividere le gocce di una luce che si rende visibile nell'Amore Misericordioso

 
 

 

La Santa Famiglia – Anno C - Lc 2,46

“Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava”.

Smarrire Gesù non è facile,

eppure avviene.

Smarrirlo nella dimenticanza, nella superficialità,

smarrirlo nel dolore e nelle contrarietà.

Perderlo di vista nella gioia,

non ricordarlo quando divora la noia.

Perderlo nel vortice delle cose,

nelle giornate in corsa, senza soste.

Cercarlo senza saperlo,

nei luoghi dove non si trova.

Cercarlo senza il desiderio vivo di trovarlo.

Cercarlo per moda, per pigrizia, senza amore,

non ti fa trovare il Signore.

Maria e Giuseppe lo cercano:

nella totalità della loro vita.

Rifanno i loro passi,

rifanno i conosciuti sentieri,

per trovarlo nel tempio,

la casa del Signore che disputa

con i sacerdoti interrogando ed ascoltando.

Smarriti di ritrovarlo,

ancora sotto l’angoscia del cercarlo,

vengono zittiti dal suo imperio,

che li rimanda al loro compito serio.

Ritornano, lasciano Gerusalemme,

ma nei loro cuori restano i dilemmi:

Questo figlio loro ed altro,

questo figlio che mentre cammina con loro

pensa ad un Altro.

Resta loro da “serbare in cuore”

l’evento particolare del loro Signore.

Preghiera

Guarda, Signore, alle nostre famiglie,

guarda loro con il tuo sguardo d’amore,

perché vincano in Te, tutte le loro difficoltà,

superino le amarezze e scoprano quanto siano

dolci i passi fatti con Te, che li precedi, li accompagni,

li porti al compimento del loro amore.

Per Cristo Nostro Signore. Amen.

Quarta Domenica di Avvento - Anno C - Lc 1, 45

“E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

Beatitudine è credere,

al di là delle apparenze.

Credere con la nostra totalità,

credere con la nostra umanità.

Beata colei che ha creduto,

di portare in grembo il suo Signore.

Beata colei che ha creduto,

di dar vita all’amore.

Credere in un adempimento,

anche se è sconvolgimento.

Credere mentre si compie nell’amore,

quello che nasce senza timore.

Incontro e comunione di due madri,

segno e analogia dell’incontro dei figli.

L’uno santifica, l’altra già grida,

al mondo che l’attornia:

“Ecco il Messia”.

Parola di Dio che compi quello che proclami,

che realizzi quello che cambia i nostri cammini,

che rompi le catene dei nostri destini.

Più forte di ogni dolore,

è il tuo proclama d’amore.

Preghiera

Padre, beatitudine è credere a Te,

che porti a compimento il nostro avvenire,

che metti in fuga i nostri timori,

che allarghi i paletti dei nostri cuori.

Vieni, in nostro soccorso in questo tempo di attesa,

perché i nostri passi vadano, agili,

verso coloro a cui Tu ci spingi.

Vieni in nostro soccorso ed apri i nostri cuori

sul cammino che ha fatto la vergine Maria,

che ha creduto oltre ogni dire, ha aderito

al tuo piano di amore, ha detto sì al Signore.

Saremo così anche noi sospinti sulle tue strade,

portando la beatitudine del credere a ciascun uomo. Amen.

Terza Domenica di Avvento – Anno C - Lc, 3,14

“… E noi che dobbiamo fare?”.

Domanda fondamentale,

domanda che chiede la vera via,

per arrivare alla vita.

Risponde Giovanni alle folle,

risponde al pubblicani,

risponde ai soldati,

al popolo in attesa e

schiude alla speranza,

indica la persona che battezzerà nel fuoco,

che trasformerà nello Spirito.

Non sarà più solo il fare,

ma sarà l’essere e lo stare,

uniti per sempre a Colui

che con il ventilabro pulisce l’aia

e raccoglie il frumento: l’Atteso.

Preghiera

Volgiti, a noi Signore, perché le nostre domande

trovino la loro risposta di in Te.

Tu solo sei Colui che risponde nella verità,

che ci addita la via che porta alla vita,

degna di essere vissuta , perché in Te,

anche il più piccola atto, acquista il sapore

dell’eterno, scongiura in noi l’inferno dell’egoismo,

ci proietta sulle strade illuminate dall’amore.

Volgiti a noi, Signore, ti aspettiamo. Amen.

 

Seconda Domenica d’Avvento - Anno C - Lc 3,2

“…la parola di Dio scese su Giovanni…”.

Sei prescelto, Giovanni,

nel silenzio, nella spogliazione,

nel cibo sobrio ed essenziale,

nelle vesti scarse e povere,

senza dimora, sei tu,

che percorri le strade,

per preparare la via

a Colui che viene.

Voce che si alza e grida,

che invita alla conversione,

alla penitenza, per ricevere,

con cuore mutato,

Colui che per noi è nato.

Su te scende la parola di Dio,

su te, già mondato nel seno di Elisabetta,

per la sorprendente visita di Maria,

scende la parola che dà vita,

la parola che scava nel cuore

degli uomini, per farli nuovi.

E tu , Voce che grida nei nostri deserti,

rendici capaci di preparare le vie,

di raddrizzare i sentieri,

di abbassare monti e colli,

perché il Salvatore viene.

Preghiera

Padre, a tuo Figlio che viene, prepari ogni uomo

la strada diritta, pulita, monda.

Prepari, con cuore mutato, il terreno umile,

coltivato nel riconoscimento del nostro peccato,

concimato dal tuo perdono, che fa’ nuovo chi

davanti a Te, si riconosce peccatore, ma anche

capace di rivestirsi della tua misericordia.

Ci accompagni Maria, la nostra sollecita Madre,

incontro al tuo Figlio, che viene. Amen.

State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscono…”.

Vegliare diventa un pregare,

pregare diventa un attendere,

per meglio vigilare.

Porre attenzione alla vita,

per non essere derubati dal suo dono,

per essere attenti all’amore

e pronti al perdono.

Vegliare per ricordare,

quanto l’amore vero può donare.

Vegliare perché il nostro cuore

resti agile nell’amore.

Vegliare per incontrare lo sguardo del nostro Signore.

E sentire i nostri passi farsi leggeri,

perché liberi da inutili pensieri.

Vegliare per vivere già qui la gioia di essere con Lui,

per sempre, mentre procediamo tra le gente.

Preghiera

Padre, ecco il tempo che aspettiamo, ancora una volta,

per prendere in mano la nostra vita e non considerarla finita.

Ecco il tempo che rammenta il tuo venirci incontro,

per le nostre strade, per donarci il tuo vivere e

distaccarci dal nostro frenetico andare.

Vieni Padre, con il tuo Figlio, la speranza nostra,

che ha assunto la nostra umanità,

per riallacciare con te legami di eterna felicità.

Vieni e resta con noi, Figlio! Amen

Venticinquesima Domenica Tempo Ordinario - Mc 9,37

“Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me…

accoglie colui che mi ha mandato”.

Hai ricondotto i tuoi discepoli

con il dialogo a capire,

che seguire Te è solo servire.

Non è il voler primeggiare,

ma il restare umilmente

nel posto che compete

senza voler gettare nessuna rete.

Si cammina solo per amore,

dietro Lui, il Signore.

Si procede con verità,

armati di grande e sola umiltà.

Non ci sono vette di potere da scalare,

ci sono montagne di servizi da rendere,

ci sono gesti minuti e veri,

più faticosi oggi di ieri.

In ogni persona nascosta sta

una grande sete di spiritualità,

un desiderio di grande vitalità,

che chiede solo nutrimento e possibilità.

Preghiamo

Signore, aiutaci ad essere bambini nella semplicità della vita,

aiutaci ad andare oltre ogni doppiezza, per vivere la serenità

che nasce dal servire con Te, dal mettersi a disposizione

senza stare a fare conteggi di possibilità.

Nella semplicità del bambino, aiutaci a scorgere vicino a noi,

il tuo Figlio, che non ha disdegnato di farsi ultimo per noi. Amen.

Ventiquattresima Domenica Tempo Ordinario - Mc 8,35

“…chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”.

Il bene della vita lo vuoi salvare,

è il bene più grande che possiedi

e non lo puoi dimenticare.

Ma ecco il Vangelo a questo tuo amore

toglie ogni velo.

Ti addita una meta ardua e lontana,

che rimarrà sempre in te come fontana.

L’amore per la vita rimarrà,

ma in un altro contesto e

dando la vita a Gesù,

più non si perderà.

Acquista questo bene inestimabile del dono,

acquista dal Signore questa generosità.

Sarà un vivere per sempre nell’eternità.

Preghiera

Signore, solo tu puoi dare ardimento alla mia vita,

puoi dare ad essa una dimensione infinita.

So che però devo passare dal mio attaccamento,

per giungere all’immensità di un dono che taglia

alla radice il voler bene egoistico a me stesso.

Aiutami, Signore, a fidarmi di te, della tua Parola,

perché il seguirla diventi per me, un’esigenza di vita,

un donare tutto a te, senza tenere nulla per me,

certo che tu farai cose meravigliose

sul terreno della mia disponibilità. Amen.

Ventitreesima Domenica Tempo Ordinario Anno B – Mc 7,34

“…guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà”, cioè: “Apriti”.

Guardare oltre tutto il terreno,

oltre tutto l’umano,

senza andare molto lontano:

perché Tu sei lì,

nelle azioni di ogni dì.

Il sospiro con cui ci accogli,

ci apre al tuo Spirito,

alla tua apertura, oltre ogni misura.

Essere aperti al soffio di vita,

che la rende significativa, condita.

Essere aperti al tuo amare,

per essere solleciti nell’andare

verso il fratello che cerca,

oltre ogni dire,

un sollievo al suo soffrire.

Essere aperti alla speranza,

che ti sfiora lieve con la sua possanza.

Essere aperti al tuo eterno,

per vivere le gioia e non l’inferno.

Essere aperti alla tua luce,

che brilla in ogni cosa e

nella sua essenza la traduce.

Preghiera

Signore, abbiamo bisogno del tuo passo leggero,

che ci porta fuori dalla mischia,

ci conduce in disparte e nell’intimità più vera,

ci porta oltre ogni dolore d’inverno e

ci introduce all’eterna primavera.

Il grido del tuo Figlio: “Apriti!”, riecheggi

nel nostro spirito e lo apra alle tue eterne

dimensioni, ai tuoi vasti orizzonti. Amen.

Ventiduesima Domenica Tempo Ordinario Anno B - Mc 7,15

“…non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo”

Sei contaminato da quello che macinato in te,

fermenta nel male come non c’è uguale.

Quello che dentro di te

ti allontana dal tuo Signore,

quello che dentro di te porta al rancore,

quello che dentro di te cancella l’amore.

Il desiderio di potere.

La voluttà del possedere,

persone e cose.

Il tener stretto quanto ti appartiene,

come sabbia che più stringi e più non tieni.

Il cuore senza slanci verso il fratello,

chiuso ad ogni conoscenza,

privo di ogni clemenza.

Dal tuo mondo interiore muovono le mancanze d’amore.

Da lì tu investi il mondo come un faro,

o la fai precisare nel buio più amaro.

Chiedi alla Donna vera

di essere la tua bandiera,

per andare ogni giorno incontro al Signore,

con il suo cuore mondo delle falsità,

ridondante della Verità.

Preghiera

Signore, quanto vorrei correre per il mondo

come Tu hai fatto: libero come il vento di posarsi

su ogni cosa, su ogni persona,

nella verità, senza alcuna falsità.

Tu, che ci hai incontrato e ci incontri ogni momento,

con il cuore puro di ogni brutto sentimento

ma solo ricco di ardimento nel darci te stesso,

come unico vero possesso, aiutaci ad affondare

in questo tuo essere vero, perché ogni nostro

fratello trovi in Te, la forza di essere quel dono

che siamo. Amen.

Ventunesima Domenica Tempo Ordinario - Anno B - Gv 6,67

“Disse allora Gesù ai Dodici: “ Forse anche voi volete andarvene?”.

La libertà è la tua grande qualità.

Liberi ci lasci di seguirti,

liberi ci lasci di smarrirti.

Davanti allo scomodo e duro discorso

la mancanza d’impegno fa il suo corso.

E’ duro seguire Gesù da vicino,

ma è più duro “mancare” alla sua ora.

Come possiamo andare lontano da te,

di che cosa possiamo vivere,

lontano da Te?

La vita ha preso il suo gusto,

ma lontano da Te ci attende il disgusto.

La vita ha preso il suo sapore,

ma lontano da Te c’è solo dolore.

Non guardar, Signore, alla nostra debolezza.

Dimentica le nostre mancanze d’amore

e donaci l’abbandono confidente nel creatore.

Preghiera

Le tue parole incisive, Gesù, ci mettono di fronte

alle nostre scelte che non sono sempre le più oneste.

Ci pongono di fronte ai nostri errori,

quando non seguiamo la tua strada ,

perché ci togliamo dalla fatica.

Aiutaci a fare come a fatto Pietro,

a renderci conto che lontano da Te

non c’è vera vita, non c’è nessuna opportunità

da seguire, perché contraria al tuo dire.

Aiutaci a vivere la comunione con Te,

per essere tuoi veri testimoni. Amen.

Ventesima Domenica Tempo Ordinario Anno B - Mt 15,28

“Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”.

Tu, Figlio dell’uomo, sembri non udire

il grido di una mamma provata.

Sembri passare vicino al male,

senza lasciarti sfiorare.

Poi esplodi nella lode,

riconosci la fede

e il passo è breve.

Doni alla donna prima obliata,

la guarigione della figlia amata.

Doni alla donna perseverante,

la guarigione della figlia all’istante.

Tu, veramente non sai resistere

al grido della fede che umile ti supplica.

Tu, non ignori le lacrime di una mamma,

che supplica per la figlia tormentata.

E non guarisci soltanto,

esaudisci il suo desiderio,

al di là della sua misura,

le doni la vita che dura.

Preghiera

Grazie, Signore Gesù, di aver ascoltato

la donna cananea. Di aver esaudito la sua preghiera.

Grazie, di aver retto la sua fede ostinata,

che non pensava al suo bene,

ma lo cercava per la figlia.

Si sono incontrati il tuo amore che solleva e

l’amore di un mandre che implora.

Sono diventati, Gesù, modello ed esempio

per noi, per chiederti oltre misura,

ma con perseverante umiltà,

quello che Il Padre, con amore, ci dà. Amen.

Diciannovesima Domenica Tempo ordinario – anno B - Gv 6,51

“Io sono il pane vivo disceso dal cielo”

Pane vivo, pane di vita,

pane disceso dal cielo.

E lo dici agli increduli,

a chi mormora di te.

Pane alimento di tutti i giorni,

pane che soddisfa la fame

non solo materiale, ma anche spirituale.

Pane che da’ la vita per sempre.

La nutre per l’eternità.

E questo Pane non è solo cibo,

è vita per sempre.

E’ vita per tutta la gente,

che lo vuole e lo assume,

che crede in questo pane,

che dà vita anche per domani.

Gesù, pane di vita,

aiutaci ad alimentarci di Te

con fede ardente.

Preghiera

Padre, dona anche oggi il tuo pane.

Donaci, il Pane che è tuo figlio,

il pane che nutre ogni uomo in ogni sua situazione.

Padre, donaci anche oggi il tuo pane,

che dà la vita eterna.

Verremo a Te, alimentati da questo pane

E non ci sarà più paura per il domani.

E verremo a Te, non da soli, ma portando

I fratelli, perché alimentati dal tuo Pane,

raggiungano la vita che dura per sempre. Amen.

Trasfigurazione del Signore – Anno B - Mc 9,2

“Gesù prese con sé , Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo separato, loro soli”.

Porti con Te i tre più vicini
in tutte le tue esperienze.
Li porti su un monte alto,
dove nessuno può distrarli,
dove nessuno può turbarli.
Li porti, ma li lasci liberi
di seguirti, di sceglierti,
ancora non sanno dove li condurrà
questa loro scelta.
Ma l’intimità con Te, Signore,
scalda il loro cuore,
nessun rischio costa,
a chi ha lasciato tutto per Te,
e ti segue come unico re.
Poi ci sarà il momento alto della Trasfigurazione,
ci sarà il gaudio e la gioia del momento,
l’intravedere il mistero di un uomo che ti ha chiamato,
ha rotto tutti i tuoi indugi e nell’adesione ti salvato.


Preghiera
Prendici ancora, Signore Gesù, con Te.
Portaci sull’alto monte, in solitudine e
mostraci la tua gloria, perché la visione
del tuo colloquio sul monte,
resti nel nostro cuore, come il dono
di una grossa eredità che ci viene da Te:
sarà allora motivo per noi di conservare
la pace sempre, per quella visione intravista,
contemplata e mai dimenticata. Amen.


 

 

 

 

 

LA SANTA FAMIGLIA

Unica nella sua composizione.

Meravigliosa nella sua disposizione.

Mai come oggi c’è l’immenso bisogno di te,

come esempio da imitare,

come cammino da seguire,

come meta da raggiungere.

In te si trova la diversità nell’unità:

c’è il padre che vigila, protegge, sorregge;

la madre che cura, consola e sprona;

il figlio che accoglie e rimanda ai genitori

l’intensità del vero amore.

Guarda con occhi immensi,

a questo tuo gregge di umanità,

che ha perso e smarrito la via,

non sa più chi sia.

Guarda alla famiglia percossa da ogni onda.

Ancora una volta aiutala a reggere alla tempesta,

che entra da ogni finestra.

Guarda agli sposi che sono confusi e dispersi.

Aiutali a credere ed offrire il perdono

come pane quotidiano e buono.

Aiutali a guardare con comprensione,

ogni loro situazione.

Non manchi alla famiglia la vera sapienza,

che va altre ogni scienza.

I figli siano per loro fardello leggero,

portato avanti con il Dio vero.

Non lasciare che le tentazioni,

offerte in ogni occasione,

diventino per la famiglia prigione.

Siano i loro passi sorretti dalla Parola,

che dà vita e fa scuola.

Siano nutriti dall’ Eucaristia

che rende luminosa la via.

NATALE

Un fermento di festa ad ogni finestra.

Luci in quantità nella città,

lungo la via e in casa mia.

Natale è arrivato in un lampo .

Lo aspetti ed è già.

Ci pensi ed ha già invaso ogni realtà.

Ma è il Natale vero? Quello denso di mistero?

Oppure è il Natale che non vale,

delle vetrine illuminate,

delle tue illusioni bucate?

C’è ancora posto per il presepio,

capanna povera che rivela

come Dio si è fatto per noi bambino?

Per amore si è privato di ogni onore,

ha lasciato tulla la felicità,

per indossare la vera povertà.

E si è fatto vicino a ciascuno di noi:

ricco, povero, grande, piccino.

Non ha guardato la nostra situazione,

si è posto per noi come mediazione.

Ecco ora siano diventati,

per la sua disponibilità,

la nuova creatura in ogni momento,

purchè viva in noi il suo sacramento:

quello di nutrirsi del pane divino,

per chiamare ciascun uomo a questo cammino.

Ecco il vero Natale! Nasce e si alimenta all’altare,

dove impari a vivere vicino ad ogni creatura,

fatta uno con l’Emmanule, diventi di Lui,

testimonianza fedele. Buon Natale!

AVVENTO

Quando il cielo diventa ombrato,

le giornate s’allungano,

ecco il tempo dell’attesa,

della venuta di Gesù.

Ecco il tempo che aspetti,

perché ricorda a te e ad altri

che tutto passa e senza soste

ci avviciniamo alla culla del Salvatore,

per rinfrescare il nostro amore.

La nebbia del cuore, il correre senza fiato,

il perdersi in tante cose,

come se la vita fosse mercato,

si riscatta nel Natale,

vissuto per quel che vale.

Prepararci ad un evento

che ha cambiato il mondo,

e che se lo guardi ti lascia sgomento.

Ma come mai si è degnato il Signore,

di prendere la nostra carne,

di diventare come noi percossi dalla fame,

dal freddo, dal tumulto del sentimento,

come canne scosse dal vento?

Veramente pazzo per amore,

nello scorrere del disegno pensato dal Padre,

realizzato dal Figlio,

portato a termine per l’eterno Consiglio.

Solo una risposta ti viene dal cuore:

accetta questo Amore e seminalo,

in te, attorno a te, senza più chiedere perché,

perché Natale è gratuità che viene dall’eternità.

MISSIONARIO

Ti ho incrociato per caso.

La mia vita ha avuto un sussulto,

una scossa che l’ha rivoltata.

Non sono più io: sono rinata.

Non hai nulla ti apparente,

ma la tua vita interpella la gente.

La tua semplicità nella verità,

è la prima carità.

E tu la doni con un sorriso,

del tuo scarno, scavato viso.

La doni con la passione

che domina la tua vita:

donare alle genti l’Amore grande

del Dio clemente.

Niente ti affatica,

niente ti ferma,

il fuoco della missione brucia

in te senza paragone.

Ti muove, ti scuote, ti porta,

dove la gente non ha niente.

E lì con un fraterno sorriso,

a poco a poco, dischiudi loro il paradiso.

FERMATI

Basta così! Fermati!

Con la girandola della vita

falla finita.

Cosa cerchi? Cosa brami?

Cosa stringi nelle mani?

Vuoto, vento, niente

E soprattutto vuoto il cuore e la mente.

Fermati! Lasciati inondare

Dall’onda infinita della vita.

Lasciati amare con semplicità,

nella tua verità.

Guardati ora attorno.

Sempre il mondo gira intorno,

ma non giri più tu attorno alle cose,

di possederti solo bramose.

Lasciati fare dal tuo Creatore,

riconoscilo come Signore,

e la tua vita avrà radice

sarà infinitamente felice.

STUPORE

Stupisce la vita quando fiorisce.

Stupisce il bimbo quando cresce.

Stupisce la gioia dell’amore quando nasce.

Stupisce il sereno morire di chi crede.

L’intera parabola della vita,

fa segnare momenti continui di stupore.

Sei Tu, Signore, che segni la nostra vita

di frammenti d’infinito ?

E mentre guardo il sole che fora le nubi,

riesco a capire che lo stupore

è il segno dell’amore vero,

l’impronta lasciata nella persona,

nelle cose, nelle pietre e nei fiori.

Ed anche oggi, davanti a queste suore,

lo stupore ci coglie e dona questa festa

infiniti sapori, caleidoscopio di colori.

L’arco della loro vita è qui davanti a noi,

un lungo tempo, donato e vissuto,

nella gioia, nel dolore, nell’incontro con Te,

nelle briciole di sole che hanno indorato

la loro vita, fino a giungere a questo giorno,

a questa festa che celebra il tuo amore.

Cinquanta e sessant’anni di misericordina,

vissuti ogni ora, ogni mattina,

nel quotidiano di ogni giorno,

che cela nel suo spiegarsi l’attesa di Te,

che sei stato e sei il loro Re.

E che dire della gratitudine che nei loro cuori,

che vorrebbe lodare, cantare, danzare,

per meglio dire che ogni giorno

passato con il Signore è stato festa d’amore.

Ed ora simili ai grandi saggi,

contemplano il tempo che rimane,

prezioso ancora nonostante i segni

lasciati dagli anni nel corpo e nell’anima.

Contemplano il tornare a casa,

dove si è attese da due braccia protese,

che accolgono il nostro lungo andare,

che colmano la nostra ansia di sempre cercare.

E finalmente per sempre con Te,

un sorriso irradia il viso,

l’ultimo stupore invade il cuore,

gioia infinita: siamo del Signore!

A MARIA DEL MONTE CARMELO

O Madonna del monte Carmelo,
passa la tua mano sul mio velo,
passa le tue dita sul mio volto,
apri l’orecchio mio al tuo ascolto.

Fruscia l’aria sottile ed il vento,
pure l’amino mio è sgomento,
senza il tuo valido aiuto,
la mia vita senza alimento,
è barca vela senza il vento.

Volgi a me, Madonna cara,
il tuo sguardo, fissalo nel mio,
brami per sempre e solo Dio.
Le mie mani giunte a capanna,
siano la mia felicità senza dramma.

Monte che brilla di luce infinita,
invadi col tuo lucore la mia vita,
fa’ splendere ogni momento,
la luce del tuo movimento.
Il mio passa rinfranca tra i tuoi sentieri,
nell’ entusiamo degli anni primieri.

O Carmelo, magico velo di poesia,
grande alveo di nostalgia,
di vita vera persa in Dio,
naufraga nell’infinito mio.
Solo così vivrò per sempre,
in Te, Carmelo d’Oriente.

GUARIRE

Guarire è un po’ morire.
E’ uscire dall’immobilità
di una vita senza possibilità.
Guarire è passare all’altra sponda
di un fiume senza ronda.
E’ un andare lontano
dai tuoi progetti, dal tuo piano.
Guarire è vedere una luce
e il passo che ad essa conduce.
Guarire è riamare la vita,
quando si pensava finita.
Guarire è andare oltre il male,
dentro e fuori di te.
E’ riscoprire il nuovo mondo che c’è.
Guarire è rispondere SI
a quel Qualcuno che ti passa vicino
e ti chiede con voce potente:
“Vuoi guarire?”.
Si capovolge allora il cuore e la mente
E tu ti ritrovi in cammino per altre strade,
dove il sole di scalda, ti avvolge,
fa sciogliere i tuoi umori,
ti dona i suoi favori.
Quel sole che sorge ogni mattino
per starti vicino: Cristo Gesù Salvatore.



ATTRAVERSARE


Attraversare la strada per passare da una via all’altra.
Attraversare per passare dalla mia all’altrui vita.

Attraversare da superficiali,
attraversare da pedanti,
lasciando orme pesanti.

Attraversare da leggere,
lasciando brani di vita,
senza sapore, né sale.
Attraversare da sapienti,
lasciando mille ingredienti.

Attraversare da santi
e stupire tutti quanti,
per l’amore di Dio versato
nel nostro attraversare.

Attraversati da Te, sapienza divina,
diventa avventura nuova ogni mattina.

Questa novità ci porterà tutti là,
nel grande “attraversare” che è l’eternità.

BASTA LITIGARE

Il litigio non costruisce niente

e ottenebra la tua mente.

Ritorna, uomo, al tuo valore,

lascia perdere le menzogne,

di ogni colore.

Ritorna alla verità ambita,

perseguila con la tua vita.

Lascia cadere il superbo altercare,

che ci sia spazio per dialogare.

Sarà allora nuova vita,

vissuta nel camminare uniti,

per un popolo che fin qui vi ha seguiti.


 

INCREDULITA’

Sei pane di ogni giorno,

all’uomo di oggi.

Ti cerca con affanno e

si lascia vincere da ogni inganno.

Tu bussi ad ogni istante

alla sua porta, che resta chiusa,

non c’è insistenza che importa.

Avvolto nella sua sofferenza,

non coglie nessuna evidenza.

Si arrotola nel suo fango,

e lì balla il suo solitario tango.

Fino a che il suo cielo nuvoloso,

tetro e tenebroso,

non cede il passo alla luce che splende

e che rompe e frantuma le sue “tende”.

Allora dai cenci appena lasciati,

sorge l’uomo dagli orizzonti sconfinati.

Il piccolo, mediocre interesse,

cede il passo al totale disinteresse.

Quello che conta per l’uomo rinnovato

è solo Cristo, scoperto ed annunciato.


E’ RISORTO

Lo pensavi morto: è risorto.

Non più dolore, pianto,

solo un grande grido di felicità:

E’ Risorto!

Erano venute le donne leste,

con le loro grandi ceste.

Erano venute ed ora sono sgomente.

Dov’è Gesù? Le bende sono vuote,

il sudario piegato a lato lasciato.

Mentre Maria cerca nel giardino disperata,

una voce la chiama, una voce nota,

che il dolore fa ignota.

Si riscuote e riconosce,

si getta ai piedi del Risorto,

è tanta la gioia che neppure

lo guarda in volto.

Gioia di tutto il mondo, non basta per dire

l’indicibile che scioglie il grumo,

del dolore che fa pugno.

Ma ora, non sostare, donna felice,

corri ad annunziare, a tutte le genti,

ad ogni vivente, che speri credente:

Gesù, il Signore è risorto!

Vi precede in Galilea!

Andate, correte, sarà gioia vera.

Non più pianto, né lamento,

ma voce gioiosa che corre con il vento,

voce che proclama una grande realtà:

Colui che è morto, è Risorto, è qua!

Si scuotono gli alberi,

sussurrano le foglie,

i fiori brillano di colori nuovi,

gli uccelli gridano canori:

E’ Risorto il Signore di ogni dì.

E’ Risorto ed è qui!


MADRE

Immobile, fisso lo sguardo al viso sofferente,

al corpo martoriato, dilaniato.

Ferma con l’occhio rivolto a tuo Figlio.

Unita nel dolore, intrepida nell’amore.

Ricevi Giovanni, al posto di Gesù.

Madre diventi dell’umanità:

ogni uomo, per te, figlio sarà.

Così è, Madre che piangi per noi,

che soffri per il mancato amore

che l’uomo non offre a Cristo Signore.

Piccola, indomita donna,

grande, umile, Madonna.

Tu penetri il mistero,

lo vivi con semplicità,

lo diffondi con fecondità.

Tu, nostra Madre,

sostieni il nostro cammino,

perché ancorati alla certezza che Dio ci ama,

la nostra vita diventi risposta, diventi proclama.

DOLORE
L’ho visto sul volto dell’uomo indurito dal male,

l’ho vista nel turbare la sua vita,

renderla confusa, disorientata, aborrita.

L’ho visto sul volto della madre, privata dal figlio,

dolore nel pianto sciolto,

domande e perché di eterno cordoglio.

L’ho visto nell’orrrore di chi ha dato dolore.

L’ho visto sul viso di chi ha perdonato,

il male che l’ha trapassato.

Comunque resta pur vero, dolore,

che quando bussi, a qualsiasi porta,

tu resti mistero, che solo nel volto

martoriato di Cristo Redentore,

trova il suo infinito sapore.


LIBERTA’ INTERIORE

Anelito sempre presente,in ogni uomo.

Anelito a vivere senza opprimenti legami.

Anelito a vivere tutti gli orizzonti umani.

Libertà oltre ogni schiavitù.

Libertà che allarga oltre ogni misura,

che dell’uomo vince la chiusura.

Libertà a cui anela la razza bianca, gialla, nera.

Libertà che sia vera e non chimera.

Libertà che non suppone solo i beni,

che vive anche se non possiedi terreni.

Libertà interiore vissuta dall’unico Figlio,

che ci invita a scegliere la verità,

per vivere la vera libertà.


QUARESIMA

Inizia il tempo forte quaresimale,

che ci allena ad un più intenso amare.

Tempo di digiuno e di preghiera,

di condivisione di quello che tu hai,

per donare a chi non ha ,

il necessario e qualche possibilità.

Tempo impregnato di Parola,

densa, ardente e tagliente,

che affonda , se accolta, nella tua vita,

la rende sapida e più ardita.

Tempo dedicato ad un occhio allenato,

a rompere i vincoli dell’egoismo e

vivere appieno l’altruismo.

Tempo di manifestare l’amore misericordioso

del nostro Dio, che vuol farci dono della sua presenza,

nel cammino di conversione, oltre ogni assenza.

Vieni, Quaresima, occasione fortunata,

per ogni vita travagliata.


Suor Carlotta

Piccola, minutina, tremendina,

si alza presto ogni mattina,

con passo lento, se ne va

dove Lui l’aspetta: è sempre là.

Son passati tanti anni da quando a Rho,

crescevi sotto gli occhi della mamma

ed eri la cocca del papà:

tu avevi per prima rallegrato,

con la tua manina,

i piedini irrequieti di bambina,

la loro vita di famiglia meneghina.

Poi arrivò, la scuola, la dottrinetta,

i giochi, il santuario e tu crescevi

piccola Marietta.

Vicino all’Addolorata di Rho,

passasti per le vie,

mentre aspettavi che Lui chiamasse

proprio te, cinghei’ de donaa in pèe…

Arrivata a Monza misericordina,

ti facesti, con la borsa nera,

il passetto leggero,

il sorrisino birichino,

che ti trasformava quando

eri al malato vicino.

Il tempo è volato, è oggi,

sembra ieri e non c’è più: è andato.

Ma ogni momento tu l’hai,

in buone mani affidato.

Ogni giorno l’hai donato a Maria,

perché ti sorreggesse lungo la via.

Il tuo sperare non è stato vano,

ti ha portato negli anni lontano.

Oggi tu festeggi il tuo arrivare dove volevi.

Non ti par vero, non ne fai mistero,

ma così è, perché è piaciuto al tuo RE.

Ti ha accolto nel Regno senza fine,

dove chiedevi con nostalgia di andare.

Ti ha accolto sempre con Lui, per restare.

MARTIRIO

Sei caduto avvolto nel tuo sangue,

mentre tranquillo, inginocchiato,

pregavi nella tua piccola chiesa.

Sei caduto come seme nella terra,

come seme che marcisce.

per chè le spighe di nuova vita, più tardi,

biondeggino, colme di grani, nel sole.

Sei caduto, dopo aver vissuto,

per anni il dialogo discreto,

l’ascolto concreto di fratelli diversi,

per usi, costume e lingua.

Sei caduto come frutto maturo,

sulla pianta della Chiesa,

pronto dare vita per i fratelli.

Sei caduto con estrema dignità,

in una piccola realtà di chiesa,

lievito nella grande massa.

Sei caduto e nulla resta uguale,

perché il tuo martirio,

apre il cammino per insolito destino:

non ci saranno più barriere, né odio,

dove sovrano s’innalza il perdono.

Tua madre, addolorata per il tuo rapido partire

ti ha seguito con coerenza cristiana, oltre ogni dire.

Non si è chiusa nel suo dolore,

ma come te, fratello, ha riaperto il cuore.

Dal tuo sacrificio, dal suo perdono,

Gesù farà scaturire per tutti un dono,

di valore immenso, senza limiti,

di portata immensa senza confini.

Sta’ in pace fratello Andrea,

vicino al Dio che ti ha camminato vicino,

che ha sorretto il tuo cammino,

invia ad ogni uomo pellegrino,

qui sulla terra, percorsa da inutile guerra,

la fede che sorregge ogni dire,

la carità che dà valore ad ogni soffrire. Grazie


 

RITORNO

Il tempo è volato, trascorso, andato.

I mille momenti sono passati,

tra i molti volti e i fratelli malati.

Ora torni a noi, carica del loro dolore,

aperta ed accogliente al loro amore.

Ti hanno donato nuova vita,

consapevole e più ardita.

Ti hanno fatto imparare, sorella mia,

a percorrere, ardita e fidente la tua via.

Ora torni e con le valigie vuote di fili,

intessute dai tuoi sospiri,

per la terra d’Africa lasciata ed insieme afferrata.

Non potrai dimenticare i tempi passati,

dentro di te sono stampati.

Non potrai dimenticare il tuo donare,

a uomini, donne, bambini, pronti ad amare.

Il sole e la pioggia, le zanzare ed il vento,

renderanno senza oblio questo tempo.

Le capanne, le strade polverose,

il cielo e le sue stelle numerose.

Raccontaci ora e il tuo dire,

sproni a trovare mezzi per il loro soffrire.

Raccontaci la loro vita,

perché altra gente trovi coraggio

di lavorare a loro vantaggio.

E mentre riprendi il tuo andare tra noi,

chiedi a Colui che tutto sa,

di farci conoscere quello che Lui sa,

perché diventi il nostro progetto,

a Lui ben accetto.


LA NEVE

Scende a larghi fiocchi.

Si posa a terra, lieve

e tu resti incantato a rimirare,

i molteplici granuli volteggiare.

Sorge dentro la meraviglia, la gioia e lo stupore.

Fermo la guardi, ti allieta il cuore.

I tuoi passi silenziosi,

morbidi si appoggiano,

sul manto bianco a terra.

L’aria è pulita.

La respiri con piacere,

fa sorgere in te, mille buoni pensieri.

Neve : dai bimbi sognata ed assaporata,

dagli adulti contemplata,

tu copri la terra devastata,

la trasformi in magia incantata.

Con il tuo biancore, purifichi i nostri timori,

con i tuoi mille fiocchi,

fai sparire i problemi dai nostri occhi.

Ci rendi ancora una volta sognanti

e buoni tutti quanti.


FIDUCIA

Fiducia è volere che tutto sia bene.

Fiducia è andare senza girarsi

per la paura, sicura.

Fiducia è porre il tuo avvenire nelle mani

di chi sa il tuo domani.

Fiducia è lo sguardo fiducioso,

mai perso, sempre luminoso.

Fiducia è dire a Te, che mi hai creato,

il grazie più ambito e ricercato.

Fiducia è proseguire diritti alla meta,

sicuri di chi precede i nostro passi e

sa togliere dai sentieri i sassi.

Fiducia è vivere in Te, senza troppi perché.

Fiducia è rischiare la vita, senza turbamento,

perché sei tu che sorreggi ogni momento.

Fiducia è porre lo sguardo in Te,

correre sul mio cammino,

felice, fiduciosa: Tu mi sei sempre vicino.


VAI

Sei andata sorella, chiamata oltre confine

dagli amici conosciuti e mai dimenticati.

Sei andata, con valigia e cartella,

sei partita ansiosa di presto arrivare:

eri attesa e non potevi tardare.

Ora sosti un pochino tra loro,

giorni e ore spese perché abbiano le tue cure,

perché siano oggetto delle tue premure.

Guarda il loro viso, accogli il loro sorriso,

sempre pronto a sbocciare,

malgrado le pessime condizioni dell’abitare.

Al mattino, alla sera, senti la nostra preghiera,

in punta di piedi, senti il nostro arrivare,

desiderose solo di sostare con te,

di condividere con te, questa esperienza d’amare.

Ti dia forza per il cammino,

il Signore che ti è vicino,

i nostri Fondatori, lieti di essere con te viaggiatori,

seminatori di speranza e di misericordia,

in un paese che il mondo crede senza storia.

Condividi dei bimbi il cammino.

Guarda con tenerezza alle donne,

che portano, con indicibile dignità,

la loro sofferta povertà .

Torna carica delle loro speranze,

torna felice per i semi di carità seminati,

con nel cuore i volti delle persone, rasserenati.

Sarà gioia grande per noi tutte. A presto!


I MAGI

Venuti da lontano con i doni in mano.

Venuti per lunga via e guidati da una stella.

Venuti per riconoscere ed adorare.

Venuti ad esaltare un bambino,

da tutti atteso, a tutti vicino.

Magi è grande riconoscervi nella vostra unità.

Magi è bello sapervi uniti nella diversità,

di provenienza, di costumi, di scienza,

uniti nell’anelito della scoperta

di un Dio bambino, re divino.

Il vostro pellegrinare, il vostro arrivare,

il vostro sostare per donare,

insegna a noi cristiani del terzo millennio,

a scuoterci dal torpore dell’abitudine,

a lasciare la tranquillità dell’ordinario,

per aprirci allo straordinario.

Ci invita a sostare per riconoscere ed adorare.

Ci invita a dare i nostri doni con slancio,

al di là di ogni previsione e di ogni bilancio.

Magi, con desiderio di scoprire,

apriteci al nostro avvenire,

non su orizzonti quieti, ma su dimensioni vaste,

alimentate e sostenute dall’adorazione,

senza calcolo, né previsione.

Saremo così come i re dell’ Oriente,

che sono ripartiti felici, senza più niente,

verso tutte le genti.


ANNO NUOVO

Bussi alla porta con bagaglio nuovo.

Tutti aspettano da te la novità,

la vita buona, senza malvagità.

Ma tu arrivi, anno nuovo,

carico della tua incognita,

carico delle gioie e dei dolori,

con cui la nostra vita insapori.

Tempo nuovo che ci vieni donato,

tempo che non si compera al mercato,

tempo che va speso per la vita,

di adesso e quella che verrà,

tempo che vali per l’eternità.

Troppo volte ti viviamo assorbiti

da mille vane cose,

spersi tra voci che ci assorbono,

tra persone che ci frastornano.

Tempo che arrivi nella nostra vita,

momento e momento che scorre tra le dita,

fa’ che scopriamo l’immenso tuo valore,

viviamo il tempo con profondità di cuore,

mai da soli, ma immersi nel Signore.

Così eterno sarà il tempo,

mai sconvolto da precipitoso evento.

Minuto per minuto, verremo a Te,

senza più dispersione, in completa immersione.

TE NE VAI

Ti lascio alle spalle, tempo trascorso,

tempo donato, tempo perso.

I momenti di cui sei intriso,

sono ormai ricordi,

d’inferno o paradiso.

Vai anno vecchio, porta con te il mio zaino greve,

abbandona il bene nelle mani di Dio,

perdona i falli del mio pesante io.

NOTTE GREMBO DI VITA

Notte solcata da molte stelle.

Notte profonda e luminosa.

Notte eccelsa e feconda di vita.

Notte in cui umano e divino,

diventano uno.

Giuseppe e Maria, pellegrini lungo la via,

nella notte fredda trovano un luogo,

per il Figlio che nasce per loro,

il Salvatore annunciato e subito rifiutato.

Notte percorsa dai molti cammini

dei pastori che dalla stella

sono guidati , verso una stalla,

dove giace il Salvatore annunciato

e dagli umili solo accettato.

Come potevi Maria, sorridere in pace,

come potevi accogliere chi veniva

e non conoscevi, tu che portavi in cuore

pesi non lievi?

Come potevi Giuseppe sostenere

nella fede Maria, se nessuna difficoltà

scompariva, ma anzi sembrava aumentare,

mentre il Figlio di Dio doveva arrivare?

Notte di tanto mistero,

di fede profonda, di adesione al Dio vero.

Adorato, accolto, nel progetto del Padre,

a cui aderire nell’abbandono e scomparire.

Natale, come è denso il tuo messaggio:

Natale, pista di vita iniziata e non ancora finita.

Natale, meraviglia di un Dio fatto vicino,

nella povertà, nell’umiltà , nella nascosta sua divinità.

Un sentimento di adorazione scuote

le persone di buona volontà,

che scoprono nel Natale l’eterna novità

di un Dio che si rivela in ogni umanità.

Dio bambino, Dio vicino,

benedici, ti imploriamo il nostro cammino,

perché Natale sua per il mondo intero

accesso al grande mistero.

A MARIA

Giovane donna di Nazareth,

che vegliavi macinando la Parola;

tu, visitata dall’Angelo annunziante

un figlio per Te: il Salvatore.

Maria, donna del sì, pronunciato nella fede.

Maria, donna eucaristica nell’offerta

del tuo grembo verginale.

Maria, visitata dall’Altissimo per noi.

Soccorri la nostra umana desolazione,

porta nella nostra vita la tua consolazione,

portaci la vita che tu hai dato

e ricevuto dal Tuo Figlio.

Maria, primo tabernacolo della storia.

Maria, donna dell’eterna memoria.

Maria, serva umile del Signore.

Maria, tu che rapita miravi tuo Figlio,

irradia noi del suo unico amore.

Soccorri il nostro pianeta,

percorso da odii, da guerre,

portaci la pace del tuo Figlio,

che trasforma la terra.

Maria, prima tenda di Dio fra noi.

Maria, beata per aver creduto.

Maria, benedetta tra tutte le donne

per il frutto del tuo grembo.

Guarda alla Chiesa, di cui sei Madre,

porta ogni membro al suo Signore,

perché diventi apostolo d’amore,

per ogni età, per tutta l’umanità.

SEI VENUTA

Sei venuta: ti aspettavamo,

con la speranza e la fede in mano.

Non sapevamo che eri tu,

ma confidavamo in Gesù.

Le avevamo detto con ardore:

“Gesù, bussa a qualche cuore,

aprici una via e, se vuoi, aiuto,

chiedi alla tua Madre Maria.

La speranza ora è certezza,

meglio del vento è dolce brezza,

sapere che tu, oggi, rischi

ancora tutto per Gesù.

Il dono che hai accettato di fare,

è di immenso valore, vasto come il mare.

Porre la tua vita nella mani di Dio

è correre nell’immenso, nell’infinito,

nel circuito dell’ardito.

E’ donare al tuo cuore e alle tue mani,

il prolungamento del domani.

E’ donare alla tua vita,

una valenza inaudita.

Vorrei continuare, sorellina,

ma c’è qualcuno che mi interpella,

su altra china. Chi sarà?

E’ il tuo papà, che ti guarda con affetto raro,

lui che ha donato quello che aveva caro.

E’ il tuo papà, che ti segue con affetto vivo,

mentre cammini verso Chi ti chiama,

non ti lascia più tempo e ti reclama.

Rassicuralo della tua felicità,

ma dille pure che se un pochino ti perde,

acquista affetto con molte riserve,

perché non avrà una misericordina sola,

ma avrà una famiglia in quantità,

che sempre l’accoglierà.

Un pensiero anche ai nostri Fondatori:

Padre Luigi e Madre Maria,

che faranno con te la via,

che divideranno gioie e dolori,

che ti rafforzeranno nei loro amori.

Non temere, allora, vieni,

l’averti attesa ha già stabilito tra noi

un vincolo di fraternità, che la vita rafforzerà.

Andremo insieme incontro ai fratelli,

che cercano le sfumature dell’amore di Dio,

per dire loro: “Non ti crucciare, non cercare altrove.

Andiamo insieme incontro al Signore”.

PAROLA DI DIO
Arriva in tutti i momenti,

viva , efficace, potente.

Percorre i meandri della gente

ed esplode in folgorazioni

che capovolgono le situazioni.

Affonda come sasso pesante,

nei nostri stagni,

fa salire a galla tutti i gorghi vani.

Parola che semina la vita,

Parola sempre ardita,

Parola vitale, sofferta,

Parola sempre offerta.

Chi ti attende, pretende.

Chi ti ascolta, cambia.

Chi ti semina, raccoglie.

Chi ti ama, fa faville e

percorre il mondo con le tue scintille.

Parola, persona del mio Dio,

che scuoti nelle fondamenta

i precari momenti.

Chi edifica con te,

costruisce sulla Roccia,

forte contro i venti e la pioggia,

forte nelle contrarietà,

futuro costruttore di eterne città.

I SANTI

Sono una marea nel passato,

nel presente, nel futuro.

Hanno scelto il Signore

e tutto hanno dato per suo amore.

Una vita che sembra normale,

ma che nasconde una tensione

fuori discussione.

Come avete vissuto fratelli e sorelle

per diventare portatori di liete novelle?

Quale motore vi ha spinto,

per camminare con ardore,

senza inutile rumore?

E’ stata la quotidianità,

imbevuta di eccezionalità.

E’ stato il momento presente,

vissuto pieno, senza sgomento.

Vi dava le ali andare verso i fratelli,

sostare, contemplare i beni futuri,

promessi, da raggiungere, ma sicuri.

Era la compagnia del cielo,

che per voi non aveva velo.

Era un sentirvi lassù,

anche se camminavate quaggiù.

Un ringraziamento e una lode erompe,

mentre spinta per le strade di oggi,

molto simili a quelle di ieri,

sono percorsa da mille pensieri.

La presenza del Signore,

mi aiuti a portarvi in cuore,

per rendermi testimone,

come voi, del suo amore.

Arrivederci !

CAMMINI

Cammino dell’uomo verso il suo fine.

Cammino del bimbo verso il suo andare.

Cammino del giovane verso il suo gioire.

Cammino della donna verso il suo amore.

Cammino dell’uomo verso il suo ardore.

Tanti cammini un solo il destino.

Tanti, diversi cammini,

ma una sola è la meta,

tutti arrivano attesi,

verso le braccia del Padre protese.

Innumerevoli orme sul suolo umano,

percorsi in tutte le dimensioni.

Strade asfaltate, sentieri impervi,

strade tra i boschi e le rocce,

sentieri agevoli nella pineta,

tracce dure su pietra inerte.

Strade infangate, asciutte e desolate.

Strade aride e assolate.

Strade percorse da rivoli,

strade su ponti sospese,

strade per mille discese.

Strade su cui vola l’aereo,

strade ridotte a cimitero.

Strade su fiumi, su monti, su mare,

strade dolci ed alcune amare.

Su questi cammini, giocano gli uomini

ricchi di gioia o di ombre i loro destini.

Ma tu che percorri le strade,

non puoi farlo senza pensare

che la strada che percorri,

orienta il tuo andare,

può essere strada di morte o di vita.

Pensaci uomo mentre fai la salita.

UN IDEALE SOGNATO

Nessuno avrebbe pensato che tu,

vivace e birichina da non poterne più,

avresti scelto di vivere più vicina a Gesù.

La mamma e il papà lottarono un po’

con il tuo volere indirizzato ad un unico pensiero.

Promesse e poi l’atteso giorno,

senza più ritorno.

Se ti riguardi indietro, sorella,

trovi che la tua vita,

volata in una attimo,

l’hai percorsa attorniata,

da frotte di giovani e bambini, sempre vicini.

Vedi venire verso di te uno stuolo di famiglie,

che hai incontrato per il Battesimo

dell’ultimo nato.

E quei giardini di piante piccoli e grandi;

i tanti fiori che ti sono passati per mano,

adornando Gesù da vicino e lontano.

Mi dimenticavo: ecco venire presso di me,

un gruppetto tutto per te:

è quello delle coreografie dai mille volti,

dalle voci e dai canti avvolti,

dei giovani e ragazzi impegnati e raccolti.

Non ho finito: ecco i nonni.

Passano ora dentro di te,

i loro dolori nascosti, i mille perché

e la speranza soffusa da te.

Hai camminato, sorella mia,

mai da sola: Gesù non ti è mai mancato,

la sua dolcissima Madre Maria

e lo sguardo intenso ed affettuoso,

di Padre Luigi , della cara Madre Maria.

Unite a te, innalziamo una lode,

cantiamo a voce spiegata,

un grazie grande a Colui

ti ha scelta ed amata. Auguri cari!

DISCESA
Ti ho visto ieri,
non sembravi più tu,
il volto scavato ,
lo sguardo perso.

Ripenso ai nostri incontri,
al tuo viso d’allora,
raggiava di vita,
spirava energia.

Basta un piccolo passo,
per scavare fosse,
dove la tua esperienza
diventa giornaliera negligenza.

Che passo hai fatto, fratello mio?
Che passo hai fatto per cambiare
Così rapidamente volto e
farti notare, sperso fra la gente?


Non te lo chiedo, lo indovino:
hai cercato di affogare la pena
in una bottiglia di vino.

Hai cercato di far tacere l’amore
nel liquido bicchiere di un liquore
Rialza lo sguardo,
rivedi il tuo cielo.
Non cercare nelle cose
risposte infinite.

Riprendi il tuo andare,
con rinnovato vigore,
su questa strada,
ti aspetta il Signore.

VIENI FUORI

Vieni fuori dalla noia, dall’indifferenza.

Vieni fuori dal pianto e dall’inconsistenza.

Vieni fuori dal rimpianto amaro.

vieni fuori dal rancore e dal livore.

Vieni fuori da ogni tomba d’amore.

Guarda in profondo dentro di te,

vedrai sgorgare la vita che c’è.

Vieni fuori vita vera,

sventola con la forza della bandiera.

Vieni fuori dagli angoli bui.

Vieni fuori dai tuoi tuguri.

Apri le porte e le finestre della tua casa,

diventa porta aperta per la contrada.

Guarda lontano nel tuo futuro,

cerca d’abbattere ogni muro.

Vieni fuori perenne apertura.

Vieni fuori vita vera,

rompi in me ogni barriera,

che io cammini ogni mattino,

in questo rinato sapore divino.

Sarà vita beata per me,

perché rinata sono in te. Vieni fuori…

MATER DOLOROSA

Ai piedi della croce, ferma,

con pochi intimi amici.

Gli occhi fissi sul tuo Figlio,

sul tuo unico figlio, tra figli.

Madre del dolore, di ogni dolore.

Madre, che stai immota,

mentre l’umanità consuma atrocità.

Madre, nulla ti scompone,

solo il tuo sguardo si pone,

dove Colui che era ricco,

povero diventa per noi.

Madre, nell’estremo anelito,

ricevi noi in cambio del Figlio,

che perdi per ritrovare,

che perdi per diventare,

in Lui, madre di tutti i dolori.

Accogli, accoglici, oggi come ieri, accoglici anche domani.

Stretti alle tue mani, giungeremo a Te. Resteremo con te.

LA CROCE
Segno pregnante di gloria.

Segno per molti disprezzato.

Segno da molti amato,

scelto e venerato.

Croce che porti il Redentore,

Colui che ha redento ogni dolore.

Croce che porti il Figlio,

segno di infinito amore del Padre,

per noi, i figli lontani, da riportare vicini.

Sosto, oggi, davanti a Te,

fermo i miei occhi su Te.

Croce ambito segno d’amore,

rendici degni di tale onore.

Varca, con noi, le soglie di ogni dolore,

aiutaci a scioglierlo nella tua forza,

perché ciascun uomo attinga vigore,

compia sino alla fine il suo cammino,

parte dell’umanità lontana e vicino.

NOSTALGIA


Sentimento vivo, premente,

dopo ogni minuto fremente,

di vita vera, di gioia ambita.

Desiderio immenso

di fissare il momento,

fermarlo e con sgomento,

sentirne la fine.

Nostalgia che premi,

che fai colare sul viso,

il pianto, misto al sorriso,

esci da questo mio cuore,

fa’ che viva la speranza nell’amore.

 

FRERE ROGER

Te ne stavi immobile,

assorto in preghiera,

della tua vita unica bandiera.

Una mano incauta ti ha tolto la vita,

mentre pregavi con il popolo assortito,

che hai sempre invitato al tuo convito.

Fratello, vero e sincero,

con volto e sorriso aperto,

per ogni dolore scoperto.

Adoravi la Croce del Signore Risorto,

la portavi in cuore, la donavi con amore.

Il silenzio, la luce, il canto ritmavano

I tuoi raduni, ne facevano l’incanto.

Ora, frère Roger, ci guardi dal paradiso,

ancora una volta ci illumina il tuo sorriso,

ci invita a far della vita una fiducia,

puntata su Dio che sempre aiuta.

I giovani che tanto amavi,

sono sgomenti, sono privi di riferimenti,

umili, semplici, invitanti

a far dono della vita a tutti quanti.

Manda a noi che restiamo,

il forte desiderio di prenderci per mano,

di non lasciare che pensieri perversi

ci fanno andare per sentieri diversi.

Guardaci ancora con i tuoi occhi brillanti,

infondi voglia di vivere a tutti quanti.

Poni sul nostro cammino,

l’unità che hai vissuto,

con ogni razza, con ogni idea.

Aiutaci a far della Vangelo vissuto,

il nostro impegno in assoluto.

Assunzione Beata Vergine Maria Lc 39,45

“ E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

Tu,Maria, giovane donna ,

che percorri le strade verso Giuda,

che porti su questi sentieri

il progetto di Dio e lo tocchi con mano,

nel suo avverarsi, piano piano.

Tu, che nell’abbraccio ineffabile

con Elisabetta, hai trovato sosta

alla tua fretta.

Perché Maria, hai lasciato alle spalle Nazaret,

dopo il grande evento?

Perché non sostasti il tempo utile

per aiutare Giuseppe sgomento?

Ora si calmano in te i mille perché,

la benedizione di Elisabetta,

conferma la tua grande chiamata:

“Sarai da tutti benedetta e ricordata”.

Il giubilo sgorga dal tuo cuore,

invaso dalla potenza dell’amore,

la beatitudine ricevuta,

ti rende lode potente e gratuita:

Tu, benedetta, rimandi al Signore,

le sfumature della sua misericordia,

in ogni tempo, in ogni uomo, in ogni evento. Amen.

PIANTO

Ti scorrono le lacrime sul viso,

il dolore profondo emerge

e senti l’impotenza e la sofferenza.

Lasciati lavare dal pianto,

non soffrirai più così tanto.

Lascia che il tuo viso lavato,

riscopra, il sorriso.

Lascia che i tuoi occhi più limpidi,

vedano le cose belle,

che per te ha creato, chi ha fatto le stelle.

Ora che sei luminosa,

sboccia come rosa,

lascia che la rugiada ti bagni

e il sole ti schiuda,

piccola rosa umana.

Apriti alla gioia, apriti alla vita.

Corri sui sentieri schiusi per te,

su questa terra così bella,

che l’umanità rinserra

 

RITORNO

Sono finiti i giorni pensati,

i giorni preparati per la festa,

i giorni ricchi di incontri, catechesi,

ricchi di canti, di preghiere,

di mani e braccia tese.

E’ finita la gioia di gridare: “Benedetto”,

scandito a non finire,

per raggiungere ogni tetto.

E’ finito il restare sulle rive del Reno,

per aspettare e festeggiare il Papa atteso.

E’ finita la gioia di ogni incontro,

dello sventolio delle bandiere,

in alto, in basso, in mille maniere.

E’ finita la notte piena di luce di Marienfeld,

scandita dai mille momenti,

ricca di fede e di eventi.

E’ conclusa la grande celebrazione,

è conclusa la silente adorazione.

Ora siamo invitati a tornare,

sui nostri passi, nelle città murate

o in riva al mare.

Siamo invitati a tornare, con animo grato,

ricchi dei molti desideri e del grande invito:

“Essere cristiani adoratori “, dove il mondo è disunito.

Ritorno grande è questo,

ritorno di grande dimensioni, non modesto.

Ritorno denso di interiorità,

di nuova vita che fiorirà.

Grazie, Magi d’Oriente!

Grazie, del vostro messaggio pieno di mordente,

che ancora oggi invita ogni cristiano,

a far della sua vita un lungo camminare,

un continuo cercare,

per arrivare alla Verità ed adorare.

NUOVI MAGI

Vengono da lontano, dall’oriente e dall’occidente,

non ci sono confini che fermano,

non ci sono difficoltà.

Sono in arrivo da mille città.

Il zaino immancabile, il sacco a pelo,

poi tutto quello che porta con sé

un giovane che gusta la vita,

con le sue novità, i suoi richiami,

gli inviti e l’attualità.

Magi venuti per adorare,

simili agli antichi, ma più arditi.

In un mondo denso di odio e rivalità,

ecco i giovani con il nuovo che nascerà.

Occhi stanchi, corpo affaticato,

ma il sorriso brilla ed illumina il viso.

Una luce, una grande speranza,

portano loro, con grande costanza.

Si sono dati mille piccoli impegni,

rivolti a bimbi, poveri, anziani,

disabili che non usano piedi o mani.

Hanno profuso con generosità,

hanno donato vivacità.

La grande Croce li accompagna,

sostegno e peso di questo invito,

passaggio pellegrino molto ambito.

Vuol essere segno per l’umanità,

non siamo soli, il Redentore è vivo con noi.

Magi del duemila e più,

magi attuali e mai eguali.

Magi dai mille volti, dai mille sorrisi,

ma sempre volti all’unico Viso.

Giorni pieni di felicità, di stare insieme,

di fatica e solidarietà.

Giorni che segnano tutta una vita,

che riprende in modo inedito,

quel che ha appreso.

Sullo sfondo di tutto ci sarà il Papa dei giovani,

che li seguirà nei vari momenti,

che gioirà dei canti e dei suoni,

nella preghiera con Papa Benedetto,

Lui benedirà dal grande Tetto.

Buon ritorno, magi nuovi!

ESTATE

Arriva e si sente nell’aria, nei fiori,

nel sole caldo, in mille colori.

Arriva e tutti attendono questo momento,

per alcuni quasi tormento.

La frenesia di andare invade,

restare non si può,

sembra che chi non va in ferie

manchi di cose essenziali,

ma non è vero,

forse restare è più reale.

Il continuo fermento,

il traffico in continuo movimento,

suggeriscono lo scorrere della vita,

che continua, non si ferma,

anche se cammini sui sentieri

o ti bruci sulla rena con i tuoi pensieri.

Ma allora questa stagione aspettata

che cosa è?

Perché questa attesa carica di sorpresa,

ma che quando è trascorsa

è come mano tesa che ha perso la presa?

Una risposta unica non c’è,

anche quando torni,

ci rivieni con i tuoi perché,

che sono personali come il tuo viso senza eguali,

che sono in superficie o in profondo,

a seconda di come gira, per te, il mondo.

Guarda allora al passare delle stagioni,

ma non chiedere a questi ritmi,

la risposta ai tuoi desideri più vivi.

Verrà da altri lidi,

se ti guardi attorno, scruti i cuori,

pervieni dove chi ti chiama,

non ha stagioni: sempre ti ama.

UNA DONNA SANTA

17 luglio 2005

Maria Biffi Levati:

Monza ha visto i tuoi natali,

ha visto la tua infanzia,

il tuo travaglio doloroso, al letto del tuo sposo.

Ha visto la tua ferma volontà

di donare tutto al Signore,

per indomito amore.

Ha visto il tuo dono per i poveri e i malati.

Ha visto, per un gruppo di giovani, la tua dedizione,

che sarebbero diventale la nostra Congregazione.

Cento anni sono passati,

da quando ci hai lasciati.

Nel pomeriggio caldo, afoso : 17 luglio 1905,

quando per andare

aspettasti dal Padre il benestare.

Ci hai lasciato per restare,

sei andata senza tentennare,

forte nella fede ed ardita,

come lo eri stata tutta la vita.

Ci hai lasciato i tuoi insegnamenti:

fede tenace senza cedimenti.

Ci hai lasciato la tua abnegazione,

ilare, vivace,senza affettazione.

Ci hai lasciato l’amore all’Eucaristia,

che ti ha sostenuta nel tuo dare,

senza riserve, in un continuo donare.

Non possiamo dimenticare il tuo amore alla croce,

ricco di mortificazioni ambite e nascoste,

ricco di preghiera, senza soste.

Non possiamo dimenticare,

il tuo continuo accorrere,

il tuo pressante andare.

Eri divorata dal fuoco del Vangelo

e lo donavi con umile semplicità,

densa di fervida carità.

La “buona sciura” di Monza,

ti chiamava la gente,

perché tutto donavi gratuitamente.

17 luglio 2005 : tocca ora a noi continuare il tuo cammino,

passare accanto ad ogni persona,

per le strade di Monza e del mondo,

per ridire, nel tuo modo umile e nascosto,

che per Gesù Misericordioso c’è ancora posto.

In questa umanità numerosa e desolata,

c’è ancora bisogno di una speranza che testimoni

che Dio non cessa di inondare la terra dei suoi doni. Così sia.

FESTA
S. Anna 2005

Un cielo limpido, sereno,

spazzato dal vento a cielo pieno.

Un incanto appena accennato,

solo incominciato.

Una festa c’è e tu pensi a come ravvivarla.

Ci vorranno fiori, musica, lieti sapori.

Ci vorranno cibi inusuali,

che dicano la gioia della condivisione,

parte integrante della comunione.

E ancora pensi a quello che rende

indimenticabile un giorno :

la gente attorno.

Poi viene normale pensare al cielo.

Come saranno le feste lassù?

Cosa resta delle nostre feste

e cosa si aggiunge per renderle diverse?

San Pietro scuote il capo e d’impeto esclama:

“Ma cosa vai a pensare, in cielo si ama

ed ogni festa diventa un armonia, fatta di mille piccole cose,

nate dal dono che ogni santo ti fa,

per fare la tua felicità”.

Grandioso e San Giovanni aggiunge, misterioso :

“Figlioli miei, una cosa sola aggiungo,

festa è essere vicino a Gesù,

così vicino da non poterne di più”.

Mi resta un pensiero, ma se tutto questo è vero,

ciascuna di noi può fare grande festa,

ogni giorno, senza essere molesta,

perché l’armonia ed il rimanere sono già nei miei,

nei tuoi pensieri, sono nei pensieri italiani,

ma anche stranieri, sono pensieri veritieri.

Allora festa è vivere per i Tre,

sarà sempre festa per te, per me.

perché solo con loro in allegria,

la festa diventa gaudio e così sia.

       
Vivi l’istante

Vivi il momento presente,

non fuggire nel passato,

non proiettarti nel futuro.

Dopo la tragedia, scosso nel profondo,

non odiare, uomo, questo mondo.

Chinati sulle macerie, con lo stesso amore,

con la stessa delicata premura,

di chi ha edificato le mura.

Il tuo sguardo si posi purificato,

sul ferito, su chi giace malato.

Al bambino dona il sorriso,

perché impari che la gioia ravviva ogni viso.

Uno sguardo pietoso,

un implorare misericordioso,

per chi chiuso nel cerchio della violenza,

non riesce a farne senza.

Accendi il fuoco dell’ amore

Per cambiare loro il cuore.

 
 

 

ANDIAMO OLTRE

Andiamo oltre giovane, uomo, donna,

bambino, adolescente, anziano.

Andiamo oltre questo male

che ci prende la mano.

Andiamo oltre queste barriere

Fatte solo di impazzite idee.

Andiamo oltre la barbarie,

che toglie la vita,

in maniera avvilita.

Andiamo oltre umanità,

nata per camminare in armonia,

mentre il caos rovina la tua via.

Andiamo oltre quello che divide,

andiamo oltre quello che uccide,

senza nessuna considerazione

per sé, per gli altri, per l’umano che c’è.

Uniamo le nostre deboli forze,

per costruire più vivibili le nostre città;

uniamo le nostre mani,

per creare veri legami.

Uniamo i nostri cuori,

perché non siamo più divisi,

da odii e rancori.

Uniamo le nostre vite,

perché l’umanità sia mite,

coltivi in sé l’umiltà di cuore:

l’unica che costruisce vincoli d’amore.